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Ilaria Berenice La voce della pittura e l’associazione ‘Arte and Cuisine’

«L’arte per me? L’arte per me è uno stile di vita, all’insegna della creatività, i quadri rappresentano la mia evoluzione artistica interiore, con una ricerca artistica che è sperimentazione perenne. Mi piace sperimentare diversi modi pittorici e differenti materiali.» Chi parla così è Ilaria Berenice, serravallese di adozione, pittrice i cui quadri vengono venduti anche a quasi 2.000 euro. «Dipende dal formato», ribatte lei. Ilaria Berenice si presenta così: «Io ho 54 anni, sono nata a Roma e vissuta da quando avevo quattro anni a Milano, poi attorno ai diciotto anni ho cominciato a zingarare felicemente tra Italia, Spagna e Brasile e chi più ne ha più ne metta, quello che per me contava era la libertà. Passando attraverso esperienze musicali, le creazioni con l’uncinetto, realizzando lavori di moda su commissione tra un tuffo e l’altro nell’oceano. E adesso sono una pittrice». Ilaria Berenice, cittadina del mondo, padre romano e madre milanese, amante della natura, con la passione per la cucina.

A Siena ha studiato Antropologia per tre anni dal 1989 al 1992, alla locale università e qui ha conseguito una borsa di studio con la quale è andata a vivere in Spagna, vivendo di vari lavori, non tornando più. «Non avevo più voglia di studiare, volevo vivere la vita e poi ho trovato un biglietto di sola andata per il Brasile e in Brasile sono andata e vi sono rimasta per tre anni. In Brasile ho imparato a lavorare all’uncinetto facendo lavori su commissione come borse, cappelli, bikini e guadagnando qualche cosa.» «Nello stesso tempo in Brasile ho cominciato a dipingere, senza alcuna ambizione di guadagno, solo per me stessa, per il mio desiderio di esprimermi. Ma ho visto che i miei quadri alla gente piacevano. Tornata in Spagna, dopo il periodo vissuto in Brasile, ho cominciato a partecipare a mostre di pittura e ad approfondire la mia esperienza pittorica» E, poi, una confessione: «Anche se nella mia vita attuale mi piacciono molto le comodità e vivere nell’abbondanza, il concetto di felicità si è trasformato con il cambiare delle prospettive e degli equilibri personali, i miei anni da nomade libera come il vento mi hanno aperto al mondo e verso le persone. Mentre il distacco dalla famiglia biologica mi ha permesso di guardarmi dentro con una prospettiva più ampia e mi ha fatto scoprire chi sono davvero.» «Ho tenuto mostre in castelli e in gallerie e a Milano ovunque, mentre lavoravo come impiegata. Sono tornata in Italia ormai trentenne. Da impiegata non mi ci trovavo, tra fatturazioni, ordini e lavori al computer. Ma devo confessare che in ditta avevo un grosso successo a livello personale in quanto tutti i dirigenti compravano i miei quadri. E sull’onda di questo successo ho deciso di fare solo la pittrice.» «A Milano ho seguito i corsi all’Accademia di Brera, disegno e pittura con quadri di nudo che adesso non realizzo più, ritratti e lavori in acquaforte e ho approfondito anche le varie tecniche. C’erano insegnanti che mi incentivavano alla pittura. Successivamente mi sono dedicata molto ai volti sia come ritrattistica che come visioni astratte, secondo le commissioni che ricevevo. Ho fatto molte serie pittoriche che si possono vedere anche sul mio sito internet www.ilariaberenice.com/it che è bilingue, anche in inglese.» «Nel frattempo ho conosciuto Paolo Amoretti che viveva a Serravalle e che oltre a essere uno chef in un ristorante vicino all’Outlet è anche un pittore. Nel ristorante sono esposti anche i nostri quadri. Conoscere lui e trasferirmi a Serravalle il passo è stato breve e nel paese della Valle Scrivia nel 2017 ho aperto un bed and breakfast che è stato attivo fino all’emergenza sanitaria del Coronavirus. Continuo a vendere i miei quadri, certo il mercato nella nostra zona non è come a Milano e quindi mi sono dedicata moltissimo alla vendita on-line.» «La mia evoluzione pittorica? Sono partita in Brasile facendo lavori da autodidatta, usando molto le forbici e realizzando dei collage, intrecciavo e tagliavo tessuti. A un certo punto ho comprato dei colori a olio e ho realizzato il mio vero primo quadro combinando il tutto con il collage. E in quel momento è nata la serie collage e pittura. Io lascio che le forme si creino da sole nel processo creativo. Successivamente, a meno che non abbia già un progetto di base, le valorizzo.» «Ultimamente sto dipingendo quadri astratti, basati sulla luce, dove inserisco delle figure umane. L’astrazione rappresenta il movimento dell’energia, dove le figure umane interagiscono con la luce e il colore, serie che ho intitolato ‘Camminando nella luce’. Nelle mie serie ce n’è anche una dedicata degli animali, ed è la più venduta. Ho venduto moltissimo anche i ritratti su commissione.» «Nella serie intitolata ‘Trasfigurazione’ il volto sparisce. I lineamenti del volto sono quelli secondo me che definiscono l’identità di una persona Quando tolgo i lineamenti si percepisce comunque l’esistenza di un volto ma sparisce la sua identità. Rimane solo il senso della presenza, l’anima, un qualcosa che va oltre l’identità della persona, una sua emozione.» «Ho partecipato a diverse mostre collettive e l’ultima importante l’ho fatta al Forte di Gavi, nel 2022, con il mio compagno Paolo Amoretti. Una mostra che mi ha dato le maggiori soddisfazioni anche perché da tempo volevo organizzarla lì. Abbiamo fatto un’antologica di dodici sale, sei sale a testa, tutte sul tema del volto e si intitolava Anime in astrazione. In funzione di questa mostra abbiamo fondato l’associazione ‘Arte and Cuisine’. » L’associazione ‘Arte and Cuisine’, iscritta al registro del terzo settore della Regione Piemonte, ha lo scopo di promuovere l’arte e la cucina che caratterizzano il nostro territorio organizzando mostre ed eventi. Nel 2023 l’associazione ha organizzato sempre al Forte di Gavi la mostra fotografica ‘La metafisica del Bianco e Nero’.» «Nel 2011 ho partecipato alla trasmissione su Sky Uno condotta da Natasha Stefanenko. Su richiesta di Sky Uno in studio erano stati portati miei quadri della serie ‘Luce e colore’ per riprodurre l’atmosfera del mio studio. Nel corso di questa trasmissione mi hanno ripresa mentre su una parete dipingevo.» «Ma ho svolto diverse performance, ho partecipato anche a un evento organizzato dal WWF in una cascina del WWF a Vanzago in provincia di Milano nella Giornata nazionale del WWF. Con dipinti di animali.» «Un evento al quale tengo in modo particolare è una mostra tenutasi a Gaeta, alla Pinacoteca di Arte contemporanea, dove erano presenti lavori con materiale riciclato. Una manifestazione importante patrocinata anche dalla Camera di commercio di Latina».

«Sì, lo devo confessare, appena rientrata in Italia dagli anni trascorsi in Brasile mi sono ritrovata in una sorta di crisi identitaria: mi sentivo spagnola, brasiliana, e l’italiano sembrava un linguaggio alieno. La mia nuova visione di vita era invece all’insegna della ricerca di radici e stabilità. La civilizzazione ha richiesto un po’ di sforzo. Ho dovuto anche reimparare la lingua italiana, studiare informatica per utilizzare il computer. E ho anche affrontato i problemi familiari dopo tanti anni di assenza, senza fuggire questa volta. Sognavo di scappare ogni volta che vedevo un aereo nel cielo ma in fondo l’esperienza milanese è stata per me un’occasione di crescita.» «Ma la cosa che a Milano mi mancava maggiormente era la natura e infatti quando si è trattato di decidere dove abitare assieme al mio compagno scelsi la sua Serravalle. In una casa con il giardino. Io amo la natura e infatti vado spesso a fare dei giri con il cane nel bosco.» «La natura, con la sua infinita bellezza ispira la mia arte e mi connette con me stessa. Il mio ideale di vita è diventato un equilibrio tra avventura e serenità, un viaggio continuo tra interno ed esterno. Vivo il presente e lavoro solo per me stessa. E l’importante è stare bene con se stessi.» «Il mio stile di vita ideale non è più un luogo fisico, non serve attraversare il mondo per trovare meraviglie; a volte, basta solo aprire la finestra o uscire dalla porta di casa. La mia vita, un tempo definita dai timbri sul passaporto, ora trova significato nel ciclo delle stagioni, nel volo degli uccelli, e nel lento cambiare delle nuvole. E trovo che la vera libertà è questa: vivere nel presente, apprezzare le piccole cose, e trovare pace dove meno te l’aspetti. Non ho più bisogno di scappare; ho costruito la mia utopia personale proprio qui, tra le colline del Piemonte. Il mio stile di vita ideale? È qui e ora.»

La natura, con la sua infinita bellezza, mi ispira e mi connette con me stessa. Il mio ideale di vita è un equilibrio tra avventura e serenità, viaggio continuo tra interno ed esterno.

A sinistra nel suo studio di Serravalle e, a destra, durante una sessione musicale al Forte di Gavi nell’ambito della mostra ‘La metafisica del bianco e nero’

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